LA DOMENICA DEI RACCONTI.
Tutta la settimana portavano avanti quella solita e stantia routine quotidiana, si alzavano, in fretta e furia si preparavano e poi chi a lavorare, chi a studiare. La nonna sempre indaffarata ai fornelli, il nonno che si impegnava di più nell’affaccendarsi che nel fare realmente qualcosa. La domenica però, era sacra. Si mangiava tutti insieme, sia a pranzo che a cena. Ma il momento della magia era in tarda serata, quando si riunivano intorno al fuoco. Il padre lo “addumava”, il nonno si sedeva nella sedia più speciale, a dondolo, e iniziava…
<<Assiettativi e ascutati..>>
E via con al turbinio di parole, una in italiano e cinque in dialetto, perché lui era abituato così, e perché la storia rendeva di più.
<<A Palermo stava na viecchiariedda, di nome faceva Anna, che di mestiere vendeva il veleno alle signore che volevano ammazzare il marito. Prima di darglielo diceva “ U signuri ci puzza arrifriscari l’armicedda>>.
Questa, “della vecchia e dell’aceto”, era la preferita di Salvatore, il nipotino, che ogni domenica puntualmente richiedeva al nonno di raccontargliela, incuriosito da questa vecchietta apparentemente malvagia che nonostante i tanti anni passati viveva ancora nelle parole di tanti come suo nonno. Salvatore pensava che pure lui avrebbe voluto vivere così, per sempre, ma che magari era difficile diventare così importante. Allora, si era ripromesso che almeno un ruolo importante l’avrebbe avuto: una volta diventato anziano, come il nonno, avrebbe raccontato quelle storie ai suoi nipoti.
Anche se i bambini di oggi non ci crederebbero, c’è stato un tempo in cui non esisteva lo smartphone e si preferiva un pomeriggio dai nonni all’ennesimo film in tv. Radunarsi attorno al braciere, ’a conca”, e ascoltare le storie degli anziani della famiglia, a metà tra leggenda e realtà, era una vera a propria tradizione per tutte le famiglie.
E’ proprio questa atmosfera che il Ted Francesco vuole ricreare, riunendo i suoi ospiti intorno ad un fuoco ad assistere ad “u cuntu“, consentendogli così di fare un salto indietro nel tempo e all’interno della cultura siciliana, ascoltando racconti in dialetto senza tempo con morali sempre attuali, e così narrando anche di misteriose ed affascinanti leggende… come quelle legate alla grotta del Vecchiuzzo a Petralia Sottana, primo luogo in cui si identificano popolamenti nei dintorni, risalenti al Neolitico, e dove si racconta vi siano state numerose sparizioni…
Che le storie siano vere o frutto delle fantasie degli avi non importa; ciò che importa è l’atmosfera magica che si ricrea, rendendo chi ascolta le voci dei più anziani, seppur adulti, ancora una volta un po’ bambini.