IL PESCATORE.
(All’ombra dell’ultimo sole
S’era assopito un pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso…)Fabrizio De Andrè.
Uno tra i più amati cantautori italiani un giorno ha deciso che il suo nuovo soggetto sarebbe stato lui: un pescatore, un buon uomo.
Un signore taciturno, solitario, che viveva una giornata come le altre, uguale alle altre.
Al tramonto, seduto a fare ciò che meglio sapeva fare: aspettare.
Aspettare che un pesce abboccasse, così da sostentarlo.
Immaginate di fare questo, nella vita.
Magari di avere avuto come unica possibilità quella di svolgere questo umile ruolo.
Di sedere ed attendere. Guardando all’orizzonte.
Ma che poi in fondo cosa c’è oltre?
<<C’è un’altra vita da vivere che non conosco?>>
<<Forse, in fondo, sono destinato anche ad altro?>>
Perdersi nei pensieri, nel silenzio della luce calda del sole delle sette di sera.(Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
Non si guardò neppure intorno
Ma versò il vino e spezzò il pane
Per chi diceva ho sete e ho fame..)Arriva ad un tratto un assassino, racconta De Andrè, che palesa le sue necessità: cibo, vino.
Senza mezzi termini, senza chiederlo con cortesia.
Ma il pescatore di De Andrè sembra leggere oltre le apparenze.
Sembra leggere nei suoi “due occhi grandi da bambino” che dietro il fare rude, la presentazione da omicida, c’è un uomo.
Per questo lo accontenta, senza parlare, senza chiedere.
Non guarda alle differenze, anzi forse vi si impersona.
Un uomo che è arrivato da solo, che non chiede molto.
La sua parsimonia non si ferma alle maniere.
In molti dicono che rappresenti Dio, e che per questo ha trovato il modo di aiutare quel “pover” uomo, ma forse si può guardare ai due come a due eguali.
In quel momento, erano uguali.
E poi tornò a fare ciò che doveva: attendere.
Che quella sera, al tramonto, abbia preso più pesci? Sia tornato con un maggiore bottino?
Piace pensare di sì, che a fare del bene in maniera incondizionata, senza domandare né pretendere, il bene ritorni anche indietro.
Con l’esperienza e la disponibilità dello Chef Interrante, gli ospiti hanno la possibilità di fare un’escursione in barca e partecipare alla pesca dei ricci, per poi realizzare i classici spaghetti con ricci, erbe e pomodorini. Godere di una rilassante giornata in barca in riva al mare nello splendido mare siciliano.
Partecipare alla pesca e imparare la tecnica della cattura dei ricci di mare nell’acqua cristallina per poi mangiarli sulla barca stessa. L’esperienza prosegue poi nella cucina in riva al mare dove lo chef guida gli ospiti attraverso i segreti di un perfetto spaghetto ai ricci. Durante la lezione lo chef racconta delle origini arabe della pasta, e dell’arrivo del pomodoro in Italia e di come questi due ingredienti abbiano rivoluzionato la cultura Italiana.
Dopo aver raccolto dei pomodorini freschi dall’orto e aver sgusciato i ricci gli stessi ingredienti verranno impiegati, grazie all’aiuto dello chef nella realizzazione dei gustosissimi spaghetti con i ricci, uno tra i piatti che più esalta la freschezza e la ricchezza dei prodotti delle acque siciliane. A fine esperienza poi si potrà finalmente gustare la prelibatezza, accompagnata da vino locale e assaporata in un’atmosfera unica e conviviale!