ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DEL CUSCUSU

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UN GRANELLO ALLA VOLTA.

Nella mente di Gabriele ogni tanto scorrono dei fermi immagine, come degli scatti fotografici. La casa dove passava le estati da piccolo, con i mattoni rossi; la bicicletta gialla con le rotelle e sempre la stessa bici senza rotelle, quando ormai aveva imparato; il canestro nel cortile, altissimo, quasi accanto al sole. I capelli grigi della tata, e capita, anche se più di rado, che oltre alle immagini Gabriele ricordi una voce amata e qualche suono. Tata Teresa che lo chiama perché è pronta la cena, il tintinnio del portachiavi rosa di sua madre, le chiavi che girano dentro il chiavistello. Una cosa che Gabriele però collega sempre al passato, in maniera nitida, sono gli odori.

Quando passa davanti un panificio gli torna in mente l’odore del pane sfornato da sua nonna; quando sente odore di bruciato ricorda quella volta in cui uno strofinaccio troppo vicino ai fornelli si è acceso e la cucina ha puzzato per giorni. Poi succede una cosa, che Gabriele trova sempre strana. Succede che quando guarda il mare è un’evocazione continua, e così sente anche un odore: quello del pesce fresco, e poi il suono delle mani di sua nonna e di Tata Teresa che si intrecciano sul marmo per incocciare il cous cous. Gabriele sente forte e chiaro lo sfruscio dei granelli di cous cous che si scontrano tra di loro, sente il bracciale della tata tintinnare. E poi sente dire: sono tanti Gabri, ma uno alla volta, ognuno deve trovare il suo compagno granello. Un granello alla volta. E questa cosa a Gabriele piace ricordarla nei momenti più difficili, in quelli più impegnativi e insidiosi: un granello alla volta, è stato così che ha conosciuto la virtù della pazienza.

Lo chef Gianluca è disponibile a trasmettere e raccontare la storia e la tradizione di uno dei più antichi piatti della Sicilia orientale, il “cuscusu Siciliano”, arricchito dall’ampia e gustosa varietà del pesce di Sciacca, cotto nella cuscussiera, antico attrezzo risalente all’antichità e creato dal popolo Magrebbino.

cuscusu

L’arrivo del cuscusu in Sicilia è documentato che risalga all’invasione araba dell’827, giungendo direttamente dal Maghreb e trovando innovazione grazie agli attrezzi tradizionali per la preparazione del piatto, come la famosa cuscussiera, pentola di terracotta bucata.

Ma i Trapanesi hanno custodito questo amatissimo piatto come un segreto e lo hanno tramandato di  generazioni in generazione con grande fierezza.

Il nome cous cous ha derivazione fonetica, ricorda infatti il suono dei grossi bracciali di ottone che le donne magrebine avevano ai polsi, e che rintoccavano con il movimento rotatorio delle mani che  colpivano la terracotta.

Lo chef mette a disposizione nella realizzazione dell’antico piatto attrezzi dalla creazione remota: la maffaradda e la cuscussiera; seguendo gli ospiti nell’antica arte dell’incocciatura, tecnica antichissima di cui ci si serve per agglomerare i piccoli chicchi di grano macinati a pietra.

cuscusu

Chef Gianluca trasporta gli ospiti attraverso un percorso sensoriale, ed anche olfattivo, grazie alle spezie del mediterraneo con cui si condisce il cuscusu.

Per finire poi mostrerà i segreti della lunga cottura a vapore di cui necessita il piatto per essere perfezionato.

Durante la cottura del cuscusu le esperienze non mancano di certo: dalla degustazione del famoso “pani cunzatu”,  pane fresco condito alla Siciliana con acciughe, origano e olio EVO, alla spiegazione relativa ai pesci che abitano il mar Mediterraneo e che insaporiscono la ‘ghiotta’,  brodo con cui il cuscusu viene ‘abbiviratu’.

cuscusu

 

 

 

Ma il meglio arriva alla fine della cooking class, quando finalmente, a cuscusu cotto si potrà gustare in un ambiente conviviale, accompagnato da vino e allietato dal dessert tradizionale siciliano: la cassatella con ricotta.

Un percorso tutto da gustare!

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